Tenere desta l’attenzione, informare, testimoniare vicinanza e prossimità.
Sono trascorsi sei mesi dalle scosse di terremoto che hanno sconvolto Siria e Turchia. L’occasione per fare un primo bilancio della situazione e delle attività messe in atto grazie alle risorse messe a disposizione dalla CEI, alle offerte raccolte a seguito della Colletta nazionale, all’intervento di Caritas Italiana e della rete Caritas internazionale.
Il 6 febbraio scorso, una scossa di magnitudo 7.9, con epicentro in Turchia nel distretto di Pazarcık della provincia di Kahramanmaraş, ha causato distruzioni gravissime sia nel Sud-est della Turchia che nel Nord della Siria. Alla scossa iniziale ne sono susseguite più di 1.200, anche molto forti, nelle ore e nei giorni successivi.
In Turchia si contano più di 50.000 vittime e 170.000 feriti, le persone direttamente colpite da questo terremoto sono più di 9 milioni, di cui 3 milioni di sfollati. In Siria i danni sono risultati ingenti nelle città di Aleppo, Lattakia, Idlib, Hama. Almeno 6.000 le vittime, 10.500 i feriti e circa 350.000 gli sfollati.
Caritas Italiana è stata presente fin dall’inizio a supporto delle Caritas locali, contribuendo alle azioni di assistenza alla popolazione terremotata attraverso di esse, con diverse attività per le quali si rimanda ai documenti allegati. Ha operato anche sul territorio nazionale coinvolgendo le comunità sul piano dell’informazione, della vicinanza con la preghiera, della raccolta fondi nell’ambito della Colletta nazionale indetta dalla CEI.
Una delegazione di Caritas Italiana, guidata dal direttore don Marco Pagniello, ha visitato le comunità in Turchia dall’11 al 13 luglio scorso. “Nel nostro percorso da Iskenderun ad Antiochia, un’enorme distesa di tende allineate ha colpito la nostra attenzione: migliaia e migliaia di famiglie che hanno perso tutto, molte delle quali già in condizioni di grave vulnerabilità. Ma anche la presenza di tantissimi edifici destinati ad essere abbattuti con tutte le conseguenze ambientali che ne derivano”, raccontano gli operatori di Caritas Italiana.
Dall’11 al 14 settembre il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, si recherà in Siria per fare il punto sugli interventi in corso e le prospettive di lavoro future. “Scopo della visita di settembre – spiega don Pagniello – è dire a questa terra: non siete soli! Caritas italiana accompagna da tempo la Chiesa sorella in Siria; continuiamo a farlo ancora di più oggi, attraverso la presenza dei nostri operatori, qui a lavorare con voi, e rispondendo, stando in Italia, alla nostra vocazione di advocacy e di animazione”.
È urgente riportare l’attenzione delle nostre comunità sul dramma di proporzioni enormi che stanno vivendo migliaia di persone in questi due paesi. “È molto importante come Chiesa italiana, come Caritas, ricordare continuamente quanto è accaduto in Turchia e Siria”, ribadisce don Marco, “perché tutto rischia di passare in secondo piano, oscurato dalle varie emergenze che purtroppo si susseguono. Ma in questi paesi ci sono state decine di migliaia di morti e molti altri necessitano di aiuto. Se ne parla oggi troppo poco. Voglio sottolineare la necessità sempre presente di informarsi e di informare. Da parte nostra rilanciamo attraverso la nostra testimonianza il bisogno di vicinanza e di prossimità che vivono questi popoli”.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:
L’intervento in Turchia delle organizzazioni nazionali e internazionali è stato tempestivo: hanno dato alloggio a più di quattro milioni di persone attraverso l’apertura di campi per sfollati e la fornitura di tende e/o container. Nell’ultimo periodo sono aumentati i campi informali, coinvolgendo circa 1,7 milioni di persone.
La Caritas in Turchia ha immediatamente elaborato un piano di risposta rapida all’emergenza per assistere la popolazione locale nei primi mesi dell’emergenza. L’intervento si è concentrato principalmente nella provincia di Hatay, la più colpita dal terremoto, ma anche a Mersin, Izmir e ad Istanbul. Questo programma si è sviluppato intorno a quattro attività principali:
Dal mese di giugno è partito un programma di risposta più ampio, di medio periodo che prevede per circa 38mila persone:
In Turchia, Caritas Italiana è impegnata da oltre dieci anni in un processo di accompagnamento che ha sostenuto interventi di assistenza umanitaria, supporto al rilancio economico e percorsi di riabilitazione psico-sociale e riconciliazione per migranti e giovani. In stretto coordinamento con il Presidente della Caritas del paese, mons. Bizzeti, e con il gruppo di lavoro per le emergenze, due operatori di Caritas Italiana si sono recati ad Istanbul a partire dall’8 febbraio per supportare lo staff di Caritas in Turchia e da giugno è presente ad Iskenderun un operatore espatriato di Caritas italiana per accompagnare la Caritas locale nella pianificazione, attuazione e monitoraggio dei programmi di risposta all’emergenza terremoto nel Vicariato di Anatolia.
Oltre al lavoro di accompagnamento, progettazione e formazione degli operatori, Caritas Italiana ha avviato un’ampia campagna di mobilitazione e raccolta fondi per sostenere i programmi di aiuto alla popolazione. Sin dai primi momenti sono stati inviati fondi per la realizzazione delle primissime attività di emergenza che per la realizzazione del programma di risposta di medio periodo.
Sono stati supportati programmi specifici:
Già prima del terremoto Caritas Siria era attiva in tutto il territorio colpito (ad eccezione della regione di Idlib), con programmi di assistenza umanitaria, sanitaria e riabilitazione economica.
A seguito del sisma la Caritas locale ha immediatamente mobilitato i team degli uffici regionali e nazionale nel soccorso alla popolazione colpita avviando la distribuzione di beni primari, cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici…); distribuzione che è avvenuta in 71 centri di accoglienza comunitari presenti nelle aree colpite dal sisma, in particolare in quelli situati nelle zone di Aleppo e di Lattakia. Molti di questi centri sono stati allestiti dalle parrocchie locali, che hanno accolto gli sfollati. La distribuzione si è svolta con il sostegno di un team di 15 giovani volontari di Caritas Libano, che supportati da Caritas Italiana, due giorni dopo il sisma hanno raggiunto le aree colpite.
In particolare, nella prima fase sono stati distribuiti generi di prima necessità a circa 10.000 famiglie tra Aleppo, Lattakia, Hama e Homs, e nel mese di aprile, Caritas Siria ha avviato un ampio piano di risposta per più di 12.000 persone della durata di 12 mesi che prevede:
Nel medio-lungo periodo si stanno ipotizzando interventi di sostegno psicosociale comunitario e individuale, che aiutino a rielaborare i traumi e superare i conflitti, estremamente necessario per una popolazione che ha sofferto davvero troppo.
Caritas Italiana è impegnata in Siria sin dall’inizio della crisi siriana nel 2011 in un percorso di accompagnamento di Caritas Syria che ha sostenuto interventi di assistenza umanitaria, riabilitazione socio- economica, assistenza sanitaria, formazione e promozione del dialogo e della riconciliazione tra i giovani. Sin dai primi momenti dopo il sisma vi è stato un costante contatto con Caritas Siria e la rete Caritas internazionale ed è stato predisposto un primo stanziamento di fondi per il sostegno degli interventi di aiuto alla popolazione.
Nei primi giorni di marzo si è svolta una prima missione di supporto tecnico in Siria, dove personale di Caritas Italiana ha collaborato con i colleghi siriani per lo sviluppo di un piano organico di risposta all’emergenza. A questa sono seguite altre missioni sul posto nei mesi successivi.
Grazie ai fondi raccolti con la colletta nazionale e agli stanziamenti della Conferenza Episcopale Italiana dall’8xmille, Caritas Italiana sta contribuendo con un sostegno tecnico e finanziario alla risposta all’emergenza organizzata da Caritas Siria per la realizzazione delle tante attività descritte con un focus specifico sulla riabilitazione socio-economica.
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